SCOPRIRE IL NOVECENTO NELLE TRASFORMAZIONI DI UNA CITTA'
Mostra per immagini di Pordenone, ieri e oggi
dal 6 al 29 giugno | Centro Culturale A. Zanussi | Pordenone
a cura dell’Architetto Giulio Ferretti e Bruna Braidotti
documentazione fotografica e grafica Serena Barbui
montaggio video Maurizio Caldana
con la collaborazione dell’Archivio Storico Comunale di Pordenone
Un’attenta narrazione fotografica sulle trasformazioni urbane della città di Pordenone
Nel corso del secondo Novecento Pordenone si espressa come una città connotata da rapide trasformazioni che ne hanno modificato in buona parte la fisionomia urbana. Prostrata da 43 incursioni aeree ed altrettanti bombardamenti che si susseguirono tra il 1944 e i primi mesi del 1945, a conclusione della Seconda Guerra Mondiale Pordenone cercò di risollevarsi con celerità dalle devastazioni avviando, grazie anche ad una serie di provvidenze governative, la ricostruzione degli edifici distrutti e la riorganizzazione degli uffici pubblici inattivi. Uno dei problemi più urgenti da risolvere nell’immediato dopoguerra fu quindi quella della ricostruzione di fabbriche, case e abitazioni civili. Le distruzioni del conflitto avevano resi inagibili migliaia di edifici e il sovraffollamento delle abitazioni esistenti era ulteriormente aggravato dalla presenza di una moltitudine di profughi provenienti da altre regioni italiane e dalla Venezia Giulia, a cui fu associato l’aumento della presenza di militari presenti nelle numerose caserme poste a presidio del confine orientale. Nel periodo compreso fra 1945 e la fine degli anni Sessanta la città assunse rapidamente il ruolo di capoluogo industriale: in questa fase storica prese avvio una ripresa sociale ed economica che la trasformò velocemente da modesto borgo fluviale a vero e proprio capoluogo di provincia. Una crescita così rapida ebbe riflessi importanti nel rapporto fra lo spazio pubblico e i rilevanti interventi di edilizia privata che si andarono attuando, i quali avevano l’obiettivo di risolvere l’urgente problema emerso nell’immediato dopoguerra di ricostruire case, abitazioni e alloggi popolari. In carenza di adeguati strumenti urbanistici il Comune fronteggiò a fatica la situazione in quanto non disponeva d’idonee strutture in grado di seguire in modo appropriato il convulso sviluppo della città. Di conseguenza l’iniziativa privata provvide da sé attraverso la realizzazione di nuove lottizzazioni e di costruzioni civili spesso non conformi alle seppur permissive norme urbanistiche ed edilizie. Nel centro storico si diede seguito alla riparazione, non sempre filologica, di fabbricati danneggiati ed inagibili, si riaprirono negozi ed uffici, si riadattarono caseggiati e alloggi anche in Corso Vittorio Emanuele, si costruirono nuovi palazzi in sostituzione di quelli distrutti dai bombardamenti.
A fronte di questo processo Pordenone viene ancor oggi spesso considerata una città poco attrattiva sotto il profilo architettonico, proprio a causa di questa crescita edilizia rapida, talvolta incontrollata. Se da un lato può essere condiviso il giudizio della città priva d’identità, è certamente vero che il rapido e caotico sviluppo edilizio del secondo Novecento tese ad accentuare il traumatico rapporto tra il vecchio e il nuovo. Nella frenetica crescita urbana degli anni Sessanta, Settanta e Ottanta spesso non si è saputo cogliere né riconoscere con la giusta distanza questo processo di trasformazione. La mostra fotografica proposta dalla Compagnia di Arti e Mestieri di Pordenone tenta di colmare, almeno in parte, questa lacuna. Allestita con la consueta attenzione per il territorio, passione e competenza dall’architetto Giulio Ferretti l’esposizione presenta, attraverso il raffronto d’immagini riferite al passato e all’oggi, fra il prima e il dopo, una sequenza di quel lungo processo di trasformazioni che hanno connotato Pordenone nel corso del XX secolo. La narrazione fotografica proposta ha il pregio di non giungere a delle conclusioni, non esprimere un giudizio di merito e lascia all’osservatore la valutazione su quanto accaduto nel corso del tempo alla nostra città.
Paolo Tomasella
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Immagini storiche tratte da:
Archeologia Industriale a Pordenone, Acque e fabbriche dal XV al XX secolo –
di F. Crippa e I. Mattozzi
Pordenone una storia per immagini vol. 3 – Biblioteca del Messaggero Veneto
Pordenone come eravamo – di Giuseppe Ragogna archivio fotografico di Gino Argentin
Pordenone Cordenons – atlante storico economico – di Mario Ongaro
Un secolo, oggi – di Paolo Gaspardo
Viaggio attraverso le immagini a “Borgomeduna” – Parrocchia San Giuseppe
Il centenario della Società Operaia di Pordenone 1866-1966 – di Società Operaia di Mutuo Soccorso ed Istruzione
Archivio Storico Comunale di Pordenone
Archivi privati
IL NOVECENTO IN SCENA CON LE NUOVE GENERAZIONI
LA RESISTENZA DELLE DONNE A PORDENONE
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Progetto realizzato con le alunne del Liceo Leopardi Majorana di Pordenone
Amissah Godiver Baah, Beatrice Bruscia, Benedetta Ballardin, Elena Pighin, Elisa Scaini, Elisabetta Biason, Eva Scollo, Greta Bordugo, Greta Piscopo, Martina Benedetti, Matilde Gnocato, Rubal Kumar, Sofia Bianchini, Sofia Solito, Victorya Sofia Bigatton
Progetto sostenuto dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Avviso pubblico storico ed etnografico, progetti eventi e manifestazioni -Novecento- Anno 2023
Partner di progetto sono il Comune di Pordenone, CICP Centro Iniziative Culturali di Pordenone, l’Opera Odorico da Pordenone Editrice de “Il Popolo”, L’Associazione L’Arte della Musica, Cooperativa Sociale Bonawentura